
Copertina a colori con bandelle - 328 pagine - Formato 16,8 x 24 - Prima Edizione 2021 - TITANI EDITORI
con la partecipazione dell'Associazione Confluentes e del Centro Studi Vittorio Butera
A cura di VITTORIA BUTERA
Sinossi dell’opera
La Satira politica ha come nucleo la satira antifascista composta da Vittorio Butera nel periodo della dittatura e del secondo conflitto. Questa parte, contenuta nel cap. II, è preceduta da alcuni testi di collegamento con gli anni prefascisti a incominciare dal 1915, ed è seguita da pochi componimenti posteriori al 25 aprile 1945 che segnano il passaggio alla Repubblica democratica.
Essendo un dipendente pubblico, Butera non può dimostrarsi apertamente ostile al regime. Sfoga quindi il malumore nella satira, che compone ispirandosi ai discorsi del duce, agli slogan della propaganda fascista, ai fatti del giorno, ai comportamenti delle gerarchie e degli addetti alla repressione nella provincia di Catanzaro. Trova nell’ironia della satira lo strumento di distanziamento dalla realtà politica e, rappresentandola nella libertà espressiva dell’arte, attutisce le lacerazioni interiori con l’azione di rivolta contro l’illiberalità del sistema. La corrispondenza dei contenuti con la realtà, ripresa attraverso il filtro della poesia e l’acutezza percettiva dell’artista che nel particolare locale riesca a intravedere il carattere nazionale, fa di questa satira una pagina di storia.
La poesia politica di Butera si sviluppa in un’ampia varietà di forme stilistiche e in un’intensa modulazione dei significati e degli stati d’animo, passando dal riso sardonico al pianto, dalla pasquinata mordace alla parodia sferzante, dall’ironia al sarcasmo e alla demistificazione scurrile.
Ritratto di copertina eseguito dall’artista Guido Parentela, concesso al Centro Studi dal nipote Mario Parentela con autorizzazione di utilizzarlo per finalità culturali.
Notizie sull’autore
Vittorio Butera (Conflenti 23\12\1877 – Catanzaro 25\3\1955), ingegnere e poeta. I primi tredici anni trascorsi nel paese natale sono determinanti per conoscere il territorio, la tipologia umana e le usanze, per apprendere la lingua locale nella potenzialità della comunicazione e nella profondità delle sfaccettature semantiche, per radicare l’infanzia sulle identità delle origini.
Mentre svolge la professione d’ingegnere del genio civile nella sede provinciale di Catanzaro, V. Butera pratica un’intensa vita culturale senza mai interrompere la produzione poetica: alimenta i rapporti con personalità eminenti dell’epoca (tra cui Trilussa e Rohlfs), sostiene le riviste letterarie dove pubblica liriche e favole esopiche, si esibisce in recital di beneficenza.
Nel 1949 pubblica la prima silloge “Prima cantu e ddoppu cuntu” (Bonacci ed. Roma), mentre la seconda “Tuornu e ccantu, tuornu e ccuntu” esce postuma, sponsorizzata dalla Provincia di Catanzaro (Bonacci ed., Roma, 1960).
Il canto di Butera, canto poetico e insieme canto del calabrese, è lo spazio dei sentimenti, è il nostos nei luoghi dell’infanzia, è l’elegia del dolore che il poeta coglie in tutta l’esistenza planetaria: nella vicenda umana, nei gorgheggi degli usignoli, nel travaglio del paesaggio frustato dai venti e stravolto dalle bufere. I cunti hanno una duplice fonte: la favola antica con la funzione di denunciare i mali sociali e di castigare i costumi individuali; la tradizione del racconto orale.
Butera scopre nel dialetto conflentese il canale di espressione congeniale alla sua creatività, il legame con le proprie origini, il rifugio dove macerare le debolezze individuali nella durezza dei tempi. Con la produzione dialettale trasmette un serbatoio linguistico ricco di testimonianze lessicali provenienti dal mondo agropastorale, dalla vita domestica, dalle botteghe artigiane, dalle variazioni polifoniche dell’habitat floreale. Nella storia della Letteratura Calabrese i meriti maggiori di Butera consistono nell’avere fatto del dialetto di un borgo uno strumento linguistico capace di esprimere sentimenti universali, di documentare problematiche sociali, di formulare tematiche basilari sino a sfiorare la metafisica, e specialmente di avere elevato il calabrese a prototipo della società agropastorale di ogni tempo e regione.
L’opera omnia evidenzia la profondità dell’artista, svela la complessa personalità dell’uomo, ripercorre le tre fasi dello sfondo storico: la monarchia postunitaria, il ventennio fascista, il primo decennio della repubblica. Dotato di una straordinaria propensione ad esprimersi in versi, Butera lascia una vasta produzione in dialetto e in italiano, catalogabile in vari generi letterari. Il “Centro Studi Vittorio Butera” è nato per curare la selezione delle tematiche inedite, per provvedere alla loro pubblicazione, per promuovere e trasmetterne la conoscenza.
Attualmente sono stati pubblicati i seguenti volumi: Vittorio Butera, Canti e Cunti (volume unitario delle sillogi precedenti); Vittorio Butera, Lettere in prosa e in versi; Vittorio Butera, Conflenti e Conflentesi; Vittorio Butera, Storia cronologica dei Sommi Pontefici; Vittorio Butera, Il Convivio. E’ in corso di stampa la seconda edizione dell’antologia Canti e Cunti, arricchita di testi inediti.