UN CAFFE' CON INDRO MONTANELLI
RICCARDO COLAO
“Un racconto genuino e dotato di autentico calore.
Mi ha commosso - per la rievocazione affettuosa d'un tempo lontano - e sinceramente divertito. Una pagina inedita del lungo percorso umano di Indro”.
Mario Cervi
Nel primo dopo-guerra cambiava l’Italia e, appresso, a suo modo, per quel che gli era concesso, cangiava pure Catanzaro piccolo centro antico, da secoli capoluogo della Calabria. Fra le più povere dell’intera penisola, la città restava, arroccata su “tre colli”, a poca distanza dalla costa jonica. Mortificata e martoriata dalle rovine provocate dal conflitto ai forestieri, e forse più a chi l’abitava, appariva come il classico nido d’aquile vuoto, nell’attesa che una femmina rapace decidesse di appollaiarsi per depositare uova da covare.
Accomodati, intorno ai tavolini rotondi, del Caffè Centrale, a pochi metri dal gran bancone ligneo istoriato, o seduti, lungo quelli disposti sul marciapiede di Corso Mazzini, gli addetti all’informazione, pressoché acchitati di una pretenziosa ma sobria eleganza, erano soliti ciarlare d’idee, notizie e pettegolezzi.
Un giorno qualcuno servì un caffè al grande inviato Indro Montanelli e lui, trattato alla stregua del “fesso che ha pagato” ricambiò, a suo modo, quei bischeri dei colleghi di provincia, offrendo calici di Brunello di Montalcino e un formidabile, quanto imprevedibile “canard”.