Per un medico ciò che conta è la scelta dell’ammalato per il quale spendere la vita. Tra il paziente da curare ed ogni altro interesse personale, è sempre la persona, resa povera e misera dal dolore, da scegliere, nella certezza di poterne alleviare la sofferenza. Vale la pena dedicare la propria vita all’ammalato, senza risparmiarsi in nulla, e nulla cercando se non il servizio, portato avanti con scienza sempre aggiornata e con coscienza sempre finalizzata al suo bene. È questo il principio che ha sempre mosso la mia vita e la mia attività professionale e che, giorno per giorno, mi dona la forza di andare avanti nonostante le difficoltà, le amarezze e le sorprese sfavorevoli che la vita riserva.

"Ammiro, nelle parole dell’Autore, quel passaggio da ateo convinto a fervente credente che lo rende quasi un martire delle menti “mafiose” per le quali riserva il bene che Cristo gli chiede di donare loro.

Il lavoro si chiude con un’esortazione ai giovani a prepararsi ad essere una sorta di paladini del bene, pronti a mettere in primo piano il malato e la sua salute, evitando così che il male dell’interesse e della visione “sporca” del potere, li riduca a servi amorfi, incapaci di essere coloro che donano la loro sapienza per il bene del malato".

dalla prefazione di FRANCESCO VALLONE