NULLA DI CUI PREOCCUPARSI
ANTONELLO CARUSI
Formato: 14,8 x 21 - Pagine 88 - Copertina a colori - Interni in b/n
DALLA PREFAZIONE: Non sono certo che ci sia un vero e proprio tema a fare da filo conduttore al presentelibro. O meglio, che ve ne sia uno soltanto. Tuttavia la scelta, manifestata attraverso il titolo, di suggerire una tale possibilità di lettura, è scaturita in modo abbastanza naturale, direi privo di significative forzature.“Nulla di cui preoccuparsi” è inoltre l’ultima delle cose scritte, in ordine di tempo. Così - per esprimerlo con un’azzardata proporzione metaforica - nel rivedere il materiale confluito nella presente raccolta mi è sembrato che quel “monologo” breve stia a quanto lo precede come l’estuario di un fiume, ormai prossimo a confondere le proprie acque con quelle del mare in cui confluiscono, sta a tutto il suo sinuoso corso precedente. Il tema dell’identità gioca infatti un ruolo centrale più o meno dappertutto, nelle poesie così come nei racconti proposti. Un argomento perennemente nevralgico - non solo letterariamente parlando – per quanto al contempo sempre straordinariamente elusivo, viscido e poroso.Voler essere - o diventare - “qualcuno”, non è semplicemente un bisogno o un desiderio tra i tanti, rappresentando piuttosto qualcosa di fondamentale - di fondante -per chiunque. Questa mi è sempre parsa una “condanna” alla quale è forse impossibile sottrarsi, vivendo in un consorzio di esseri umani nonché, soprattutto, di creature parlanti.Persino nella descrizione delle vicissitudini di un animale (Diego) , agli occhi dell’osservatore può riverberarsi annosamente, tra il serio ed il faceto, un “problema di identità”: gatto vivo o gatto morto? domestico o selvatico?
Non sempre è possibile tacere.Se lo fosse, forse sarebbe tutta un’altra storia.