Prefazione di Riccardo Colao
Copertina a colori con retro copertina mappata - 160 pagine - stampa in quadricromia - formato cm. 148 x 21
DALLA PREFAZIONE:
La scoperta di un giovane archeologo, a Catanzaro, è paragonabile al «raro giorno senza vento sulla Città dei "Tre colli"... Esattamente come è difficile trovare un amico». La Titani Editori non poteva lasciarsi sfuggire tale rarità. Grazie all'inesauribile volontà dell’autore Tommaso Scerbo, capace di scavare. nell'antichità e nel passato del comune "Genius Loci". è stato possibile materializzare il primo di una serie di testi che costituiranno, negli anni a venire, la collana:
"QUADERNI DEI TITANI DELL'ARCHEOLOGIA".
Nel primo volume Tommaso narra la scoperta delle origini del territorio e la nascita della Katanzarion medievale, quindi presenta la Collezione Foderaro e l'Età del Ferro nel territorio catanzarese.Argomenti suggestivi per uno studio, sotto il profilo tecnico e storico, ineccepibile dove, sia la sua grande conoscenza delle mate-rie, che la sua abilità espressiva potranno affascinare chi legge e lo condurranno alla scoperta della Catanzaro perduta o, forse, potremmo aggiungere osando, mai conosciuta.La sensibilità della Titani Editori nel concedere spazio e opportunità alle giovani leve del sapere e della conoscenza cittadina sono semi piantati nell’humus della curiosità che sta spingendo. ormai da anni. i catanzaresi alla ricerca delle loro origini.Negli anni trascorsi sono stati allegramente versati fiumi di inchiostro … son state formulate ipotesi a grappoli… proposte interpretazioni e visioni basate su congetture e deduzioni… Dai mitici Chataro & Zaro alle presenze bizantine…Dalle conquiste arabo-normanne al Centelles e via discorrendo …Tra storie, allegorie, miti e leggende… le origini del “nido d’Aquila” sono apparse - talvolta - meno chiare che limpide, perden-dosi nei meandri delle chiacchiere sostenute da tesi fantasiose e arbitrarie, e comunque ugualmente diffuse a uso e consumo dei creduloni.Tommaso Scerbo, che non si occupa di archeologia per diletto – o per hobby, ma ne ha fatto motivo di studio, di vita e di lavoro è – a nostro avviso – sulla strada giusta per ricostruire vicende esclusi-vamente con dati di fatto inconfutabili e provati.Katanzarion, le origini medievali e materia che incisivamente vien descritta nelle pagine successive all’introduzione editoriale e costituisce la risposta efficace ai tanti perché, ai dubbi, - sino ad oggi - rimasti senza spiegazioni soddisfacenti.Due sono le tematiche, trattate nel presente volume, meritevoli d’essere accostate e fatte convergere per consentire al lettore di comprendere le ragioni dello studio a firma dell’autore Tommaso Scerbo.La “Collezione Giuseppe Foderaro e l’Età del Ferro nel catan-zarese” insieme a “Catanzaro e l’impianto urbanistico delle origini” dà vita per l’appunto a Katanzarion.
Grazie alle due approfondite disamine inserite nella specifica opera, siamo in grado di poter rievocare con documentazioni storiche accertate e tangibilmente verificabili la verità sulle origini stesse di Katanzarion sulle cui vestigia sortì poi l’attuale Catanzaro. Gaetano, fratello del collezionista Giuseppe Foderaro, allestì, nel 1926, un Catalogo Generale degli Oggetti Archeologici da lui raccolti e posseduti, consentendone l’esposizione in sei ricche ve-trine battezzate col cognome familiare, appunto: “Collezione Foderaro”.
E’ evidente come, durante il secolo precedente, la parte colta del-la popolazione catanzarese, tra cui eruditi, ecclesiastici, discendenti di nobili famiglie o proprietari di grossi latifondi, subì il fascino della ricerca archeologica riportando alla luce siti e manufatti grazie a ricerche effettuate sui suoli delle contrade e dei grandi latifondi. Successivamente, dopo le prime scoperte, seguirono le campagne di ricognizione a cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici, che han permesso di allargare le ipotesi di interconnessione tra comunità indigene, vissute a cavallo dell’età del Bronzo e la Prima età del Ferro, e quelle aliene non necessariamente guerriere e conquistatrici. L’attenzione e il rispetto che viene attribuito alla tassonomia dei materiali della “Collezione G. Foderaro” provenienti dalle necropoli dell’età del Ferro di Crichi e Tiriolo, ha ampliato lo spettro della ricerca, fornendo - come sostenuto da Scerbo - : «nuovi spunti per ulteriori riflessioni scientifiche in una zona ad oggi considerata la più antica della Calabria».
Nella seconda parte, in cui si affronta lo sviluppo urbanistico catanzarese, principiando delle origini, Tommaso Scerbo focalizza la ricerca in relazione allo studio mappale per poi addentrarsi all’interno del processo economico dell’Arte della Seta, tra bizantini, arabi, ebrei, normanni e amalfitani, che convissero – nel bene e nel male - per secoli e fecero della loro Katanzarion, nei vari periodi, una fabbrica a cielo aperto dove ogni quartiere possedeva la sua specifica funzione produttiva e godeva della perfetta autonomia operativa pur in sinergia con gli altri centri abitati.
Scerbo utilizza gli strumenti introspettivi scendendo sin nei mi-nimi particolari e allora riusciamo a scoprire il come e il perché della formazione di certe piazze, di talune vie, di palazzi ed opifici, di speciali appezzamenti di terreni destinanti alla coltura del baco da seta. Emerge un mosaico, ai più sconosciuto, che rievoca ciò che fu nel tempo la potenza produttiva ed economica stessa di Catanzaro. Lo studio dell’arte della Seta nel Rinascimento, con particolare riferimento alla nascita ed allo sviluppo, tra il ‘400 e il ‘500, e l’indagine relativa alla specializzazione nel settore delle stoffe, e dei broccati, ove i catanzaresi divennero maestri invidiati e apprezzati in tutto il mondo evoluto, rappresentano pietre miliari per il tema. Le pagine, che vi apprestate a leggere, sono intrise di cultura e sprizzano informazioni di primissima mano capaci di trasformarsi nel filo conduttore rievocativo delle vicende storiche e archeologiche oltre che urbanistiche della Città futura capoluogo delle “due Calabrie” Non resta che congratularci coi lettori che vorranno onorare lo sforzo editoriale della Titani Editori, da sempre vicina a Catanzaro. All’archeologo Tommaso Scerbo, per aver scelto di pubblicare, per i nostri tipi editoriali, l’opera, intellettualmente onesta, gli auguri per tante future, successive, ristampe di “Katanzarion”.
Riccardo Colao