IL CIRCOLO DELLA M - Sarah Telesca - Titani Editori
Copertina a colori - Formato cm. 17x24 - Pag. 176 -
Dall'incipit sino all'ultima pagina il lettore è preso dalla trama ben posta dell'autrice che lo conduce in un viaggio formidabile a partire dall'Italia del dopoguerra, andando a ritroso nel tempo...
E' un romanzo che appassiona per due ragioni principali: la prima: è scritto benissimo, con un italiano perfetto che non annoia e che, anzi, riesce a catturare l'attenzione offrendo spunti interessantissimi; la seconda è che, grazie alla trama originale, ci fa rivivere un periodo forse troppo poco esplorato ma di per sé avvincente in quanto sviluppato con una tecnica quasi cinematografica che presenta e dispone i vari momenti dell'azione rendendo godibile la lettura. Ma vogliamo offrirvi la pagina iniziale per dare un saggio di quanto affermiamo...
Era un pomeriggio del luglio del ’46. Tutti stavano rintanati nelle loro case per sfuggire alla canicola, solo il rumore del fiume accompagnava lo stridio delle cicale. Eva spazzava il pavimento della cucina, mentre suo marito Tullio scendeva nei campi per controllare come procedeva la mietitura. Finalmente si raccoglieva il grano dopo anni di inattività. Nessun contadino aveva più lavorato quella terra dal 1941, si rischiava infatti di trovare delle bombe inesplose. Nel giugno del ’43, tre mesi prima della firma dell’armistizio, Giulietto, il fattore, saltò in aria mentre toglieva i semi ai girasoli. Tullio durante la semina aveva controllato i campi, ma ogni sera correva dal parroco perché lo raccomandasse a Dio. Pontevecchio era una frazione con poche case, una tabaccheria, un’osteria, il negozio di tessuti di Eva, una chiesa e centoventi anime, collocato su una piccola collina tra la strada e il Tevere. Dal campanile della chiesa si vedeva a nord la piana alluvionale del fiume, detta degli Angeli, che si estendeva fino a Perugia, mentre a est sovrastava il monte Subasio, alle cui pendici si poggiava Assisi. Deruta e Torgiano distavano un paio di chilometri da Pontevecchio ed erano uniti da un’unica strada di terra battuta, la via Francescana, alla fine della quale c’era un bivio che portava sulla destra verso tutte le direzioni e sulla sinistra alla stazione dei Carabinieri. Faceva caldo. Eva stava malvolentieri nella bottega di pomeriggio, il sole le batteva contro da mezzogiorno al tramonto. Si accingeva ad aprire il negozio quando vide Vera, la tabaccaia, che correva sulla riva sinistra del Tevere. Le sue urla agghiaccianti mobilitarono il paese. Le persiane delle case all’improvviso si aprirono, molti si affacciarono, altri corsero verso il fiume. (...)
Ovviamente il resto potete scoprirlo ordinando e leggendo il volume dell'autrice Sarah Telesca