RICCARDO COLAO - ALBINO TALARICO - IGNAZIO GIUNTI - UN PILOTA PER AMICO - IL REUCCIO DI VALLELUNGA NEL RACCONTO DI ARMANDO BANDIERA - Titani Editori
CARATTERISTICHE TECNICHE - Formato 16,8 x 24 - Grande inserto con foto a colori - Copertina doppia plastificata con alette a colori stampata sia all'esterno che all'interno
La vera amicizia non consiste nell’essere inseparabili, ma nell’essere in grado di separarsi senza che nulla cambi.
Sono queste le premesse che aprono la lettura di un volume unico nel genere della Storia dell'Automobilismo agonistico..
La storia dello sfortunato campione di Formula 1 con la Scuderia Ferrari, narrata da uno dei suoi migliori amici d'infanzia conosciuto a Sangineto, ridente cittadina della Calabria, dove Ignazio Giunti, romano di nascita, ma calabrese di adozione, si recava per trascorrere i periodi di vacanza nel "feudo" di famiglia.
DALLA PREFAZIONE DEL GIORNALISTA E SCRITTORE RICCARDO COLAO: "Un antico saggio, di origine catanzarese, citato nella “Città del Vento” dice testuale: «Trovare n’amicu e tantu raru quantu nu jornu senza ventu a Catanzaru».
A Sangineto di amici, in un giorno di mezz’estate di tanti anni fa, se ne trovarono due, scoprendo l’uno nell’altro la passione per la velocità, per i motori, per le corse, per le automobili e per il piacere di guidare. Fu così che Ignazio e Armando, ognuno dal proprio essere se stessi, scoprirono come chi trova un amico recupera un tesoro.
Quella che vi accingete a leggere è la loro storia; quasi una fiaba, per certi versi un racconto di vita reale vissuta che, grazie alle parole di Armando Bandiera. uno dei protagonisti sopravvissuti, ricostruiremo sin nei dettagli una parte della breve vita di un grande pilota, rimasta ai più inesplorata e sconosciuta.
Uno, Ignazio, era ricco, nobile, bello e spericolato, veniva da Roma, dove era nato, ma la sua famiglia bruzia da secoli, frequentava la Calabria in virtù dei latifondi che bagnavano entrambi i due mari. Il Tirreno e lo Jonio. L’altro era indigeno, Armando, magari di famiglia poco abbiente ma onesta e lavoratrice, “picciotto” intelligente, sveglio, e caparbio, testardo e per nulla pigro.
La Madre di Ignazio, (contessa Maria Gabriella San Martino di Strambino) aveva assunto la signora Michelina, nota a Sangineto per le sue alte capacità gastronomiche, nominandola cuoca della famiglia del Barone Giunti e spesso e volentieri portava con sé il piccolo Armando nel casale a poca distanza dal mare.
Fu proprio durante una di queste presenze del piccolo Armando nell’abitazione della casa avita dei Giunti che avvenne l’incontro tra i due adolescenti, destinato a tramutarsi in un’amicizia di quelle vere.
Tant’è che a cinquant’anni dalla tragica scomparsa di Ignazio Giunti, l’amico Armando Bandiera si è battuto come un leone, in tutti questi anni per realizzare quello che è la dimostrazione di come una vera amicizia non abbia mai fine. Alla fine ha avuto ragione e finalmente il suo sogno è stato coronato: dalla metà di settembre 2021 l’amico Ignazio Giunti tornerà a Sangineto, per non lasciarla mai più, con l’istituzione di un monumento alla Sua imperitura memoria!
... Ricordate il film “Novecento”? So già che tra di voi lettori tanti risponderanno sì e in una percentuale quasi uguale, molti risponderanno no…
E non potrebbe essere diversamente. “Novecento” è un film del 1976 diretto dal regista Bernardo Bertolucci. Un dramma storico ambientato in Emilia, regione natale del filmaker, con la partecipazione di un cast internazionale (attoroni del calibro di Robert De Niro, Gerard Depardieu, Romolo Valli, Burt Lancaster, Donald Sutherland, Dominique Sanda, Francesca Bertini …tanto per fare qualche nome).
La trama si svolge attorno al racconto di vita e di amicizia che nasce e si sviluppa tra due adolescenti che si trasformano in uomini: il possidente terriero Alfredo Berlinghieri (Robert De Niro) e il contadino Olmo Dalcò (Gerard Depardieu), sullo sfondo i conflitti sociali e politici nell’Italia dei primi quattro decenni del XX secolo. L’occasione dell’incontro a Sangineto, col calabrese Armando Bandiera, favorito dalla possibilità di presenziare all’intervista concessa al collega Albino Talarico, conduttore della famosa trasmissione televisiva “Su di giri”, mi ha indotto a riesumare il film “Novecento”.
Tant’è che mentre assistevo, “all’evento inquisitorio”, la colonna sonora, firmata dal gran genio musicale di Ennio Morricone, fluiva nella mente quasi fossi sprofondato su una poltrona della platea del miglior cinema della Capitale, anziché essere nella splendida località di Sangineto a mare. Per il semplice mo-tivo che induce a traslare, coi voli pindarici della fantasia, in avanti di qualche decennio la storia appare verosimilmente somigliante, sia pure con le debite differenze, a quella che è narrata nelle pagine di questo volume. Il destino si diverte a modificare e plasmare, nei suoi infiniti e capricciosi ghirigori, gli in-trecci degli umani. Altrimenti come avrei potuto sapere in anticipo che un giorno mi sarebbe capitato di essere parte di questa storia? I protagonisti dell’opera firmata dal regista Bertolucci sono due italiani, nati e agenti nel contesto di una grande azienda agricola, separati dalla diversa posizione sociale: Alfredo Berlinghieri, figlio dei ricchi proprietari, ed Olmo Dalcò, pargolo di Rosina, contadina che lavora per la famiglia Berlinghieri.
I due, crescendo, a dispetto della diversa estrazione sociale, stringono un legame d'amicizia che vivranno sino a quando sa-
ranno entrambi grandi e vaccinati. Ecco che dalla trama del film giriamo e puntiamo i nostri occhi, novelle e spontanee macchine da ripresa, sulla scena che ci si apre davanti…
È una splendida mattina dell’estate 2021. L’aria è dolce. Ammorbidita dagli effluvi marini. Sullo sfondo l’azzurro mare di Sangineto e il canto di cicale frammisto a quello dei grilli, della musica di un juke-box che ci riporta agli anni ’60 e il via vai di formiche che, sul terreno, lavorano incessantemente Da un lato il microfono e la telecamera dell’arrembante e loquace Albino, dall’altro la voce a tratti sommessa, gli occhi, il cuore e l’emo-zione di Armando Bandiera, calabrese doc, imprenditore nel ramo edile, self-made man. Partendo da posizioni non certo definibili privilegiate, e scalando, da zero, uno dopo l’altro i gradini del lavoro, ha creato benessere per sé e i suoi cari figli e nipoti che formano una grande e compatta famiglia calabrese. Da mezzo secolo vive un sogno: realizzare un monumento da dedicare all’amico pilota Ignazio Giunti scomparso a Buenos Aires il 10 gennaio 1971 durante la prima gara del Campionato Mondiale Marche dell’anno – una gara di durata di 1000 km - è in coppia con Arturo Merzario, quest’ultimo campione automobilistico tutt’ora vivente e in attività sebbene l’età più vicino agli ottanta che ai settanta, e cova la speranza che tutto ciò si possa realizzare.
Albino Talarico, che in “un’altra vita” (sul finir del Novecento e inizi del secondo millennio), lottava da “gladiatore” nelle arene televisive degli anfiteatri catanzaresi, per una serie di circostanze tra di loro incrociate che hanno avuto ed hanno fino l’attualità il sapore del “paranormale”, per caso si è trovato a sposare questo sogno (da illo tempore) e con Armando stesso si è impegnato per concretizzarlo. Al momento in cui scriviamo mancano poche settimane all’evento dell’inaugurazione. La nostra missione, nel contesto, è pure quella, giornalistica ed editoriale, di promuovere un libro che ne celebri e ricordi i personaggi e l’evento. Mister Bandiera, partendo dalla sua azienda di conglomerati cementizi, ci ha scarrozzato sul suo fuoristrada dal paese antico fin sul quartiere di Sangineto Marina, dove le coste risparmiate dalla speculazione selvaggia, sono state amorevolmente urbanizzate, grazie ai progetti e agli investimenti della Giunti Family. Guidava con attenzione e parlando ha svelato racconti inediti, illustrando i luoghi della sua adolescenza e della giovinezza trascorsa assieme a quell’Ignazio che poi diventerà il suo “pilota per amico” e che costituisce il tema del presente volume; grazie a lui, io e Albino… abbiamo scoperto la visuale su un piccolo mondo, quasi ancora antico…
A Sangineto Alta la gente si saluta con allegria uscendo dalle case, qui l’acqua scorre fresca dalle fontane, qui le giovani e bellissime donne si affacciano alle finestre forse nell’attesa di vedere spuntare, come in tutti i borghi dolcemente addormentati sulle colline, un principe azzurro sul suo destriero Ma chi è che indossa i panni, il ruolo, che nel film sono del Berlinghieri? Un romano, erede di una delle famiglie più nobili e ricche della Calabria, calabrese d’adozione, innamorato di Sangineto e delle bellezze olimpiche di questo lembo di terra bagnata dal mare e protetta da montagne orgogliose e rigogliose. Il suo nome è Ignazio, Ignazio Giunti ultimo rampollo della famiglia nobiliare con possedimenti che dalla provincia di Crotone a quella di Cosenza rappresentarono, per secoli, le fonti di sostentamento del casato.
Chi interpreta la parte di Olmo è il calabresissimo, dal cuore d’oro e dall’animo gentile, Armando Bandiera, amico d’infanzia e di gioventù di Ignazio Giunti, e lo descriviamo compìto, emozionato, magari teso e pur sereno, abbandonarsi alla foga del catanzarese Albino che, nella sua strabordante conoscenza di dati, episodi e particolari, quale cultore e frequentatore delle stesse corse automobilistiche fin da prima che Ignazio Giunti iniziasse a correre, denota l’enciclopedica conoscenza della materia.
Talarico è letteralmente “su di giri”: appare come un pilota sulla griglia di partenza col piede sull’acceleratore pronto a schizzare verso il traguardo finale!
Parte il primo ciak di prova. I ricordi di Armando, ancora lucidissimi ed emozionati, in quanto rivelatori di fatti inediti e ai più sconosciuti sulle qualità umane di Ignazio Giunti, quasi fermano le domande di Albino che pur aveva conosciuto in vita Ignazio come pilota mentre faceva le corse, oppure leggendo di lui sui giornali motoristici del tempo.
A registrazione avvenuta ci rendiamo conto che è buona la prima e pertanto entriamo nel vivo dell’intervista, rompiamo gli indugi, tagliamo le chiacchiere della nostra romanzesca introduzione e cediamo “la parola” all’interessantissimo dialogo a cui abbiamo piacevolmente assistito…
PER CONOSCERE IL RESTO ... POTETE ORDINARE IL VOLUME CHE VERRA' SPEDITO ALL'INDIRIZZO DA VOI INDICATO